venerdì, giugno 08, 2012

L'impronta dell'acqua dell'umanità - seconda parte


di Arjen Y. Hoekstra e Mesfin M. Mekonnen

Dipartimento di ingegneria e gestione dell'acqua, Università di Twente, P.O. Box 217, 7500 AE Enschede, Olanda.
Edito da Peter H. Gleick,Pacific Institute for Studies in Development, Environment, and Security, Oakland, CA, and approved December 21, 2011 (ricevuto per la revisione il 20 Giugno 2011)


Seconda parte 
(vai alla prima parte)

L'Impronta dell'Acqua del Consumo Nazionale

La IA media complessiva annuale collegata al consumo è stata di 1,385 m3∕anno pro capite, durante il periodo 1996-2005.
Il consumo dei prodotti agricoli determina in gran parte la IA collegata al consumo, contribuendo per il 92% all'IA totale. Il consumo di prodotti industriali e l'uso domestico dell'acqua contribuiscono per il 4,7% ed il 3,7%, rispettivamente. 

Quando guardiamo a livello di categorie di prodotto, il consumo di cereali contribuisce con la quota più grande alla IA complessiva (27%), seguiti dalla carne (22%), e dai prodotti caseari (7%). 

La IA del consumo di un paese dipende da due fattori: cosa e quanto consumano i consumatori e la AI delle merci consumate. La seconda dipende dalle circostanze di produzione nei luoghi di origine delle varie merci. Un certo prodotto disponibile sugli scaffali all'interno di un paese, generalmente proviene da diversi luoghi, da differenti circostanze di produzione e quindi una diversa IA a seconda del luogo. 

In termini di totalità, la Cina è il paese con la IA di consumo più alta al mondo, con un'impronta totale di 1,368 Gm3/anno, seguita dall'India e dagli Stati uniti con 1,145 e 821 Gm3/anno rispettivamente.
 
Ovviamente, i paesi con vaste popolazioni hanno una grande IA. Per questo è più interessante considerare la IA pro capite. La classifica dei paesi nella Figura 3 mostra che i paesi industrializzati hanno una IA nella gamma da 1,258 a 2,850 m3/anno. Il Regno Unito, con una IA di 1,258 m3/anno è il limite minimo di questa gamma, mentre gli Stati Uniti, con un'impronta di 2,842 m3/anno, è il limite massimo. 

Le differenze possono essere parzialmente spiegate dalle differenze negli schemi di consumo. Negli Stati Uniti, per esempio, il consumo medio di carne bovina – una delle merci a più alta intensità di consumo di acqua – è stata di 43 kg/anno pro capite, circa 4,5 volte la media complessiva, mentre nel Regno Unito la media è stata di 18 kg/anno pro capite, circa il doppio della media complessiva. Un altro fattore che si trova dietro alle
differenze nelle IA è il consumo di acqua e di inquinamento per unità di
prodotto per paese.

Tabella 2. Flussi internazionali virtuali lordi di acqua virtuale (giga metricubi/anno) (1996–2005)
 
Negli Stati Uniti, la IA media di un kg di carne bovina consumata è di 14,500 m3/tonnellata, mentre ne Regno Unito la media è 9,900 m3/tonnellata. Una tendenza generale è che i paesi industrializzati hanno una IA più grande collegata al consumo di prodotti industriali rispetto ai paesi in via di sviluppo.
 
La IA verde, blu e grigia pro capite di tutti i paesi è mappata nella Figura S4.
La IA pro capite dei paesi in via di sviluppo varia molto di più che fra i paesi sviluppati. Troviamo valori in una gamma fra 550 e 3,800 m3/anno pro capite. Il limite minimo è occupato dalla Repubblica Democratica del Congo, con 552 m3/anno pro capite. Al limite massimo troviamo la Bolivia (3,468 m3/anno pro capite), il Niger (3,519 m3/anno pro capite) e la Mongolia (3,775 m3/anno pro capite). 

Con il beneficio del dubbio che i valori estremi possano anche essere parziali in relazione a dati di base scarsi sul consumo e sulla produttività dell'acqua in quei paesi, le differenze possono essere rintracciate fra le differenze negli schemi dei consumi da un lato e quelle nella IA dei prodotti consumati dall'altra. 

Quello che mostra la classifica nella Figura 3 è che nella gamma delle relativamente grandi IA pro capite troviamo sia i paesi industrializzati, sia i paesi in via di sviluppo. I secondi sono nella gamma generalmente non a causa dei loro grandi consumi – anche se un consumo di
carne relativamente grande può giocare un ruolo – ma a causa della loro bassa
produttività dell'acqua – per esempio grande IA per tonnellata di carne consumata. 

In Bolivia, per esempio, il consumo di carne equivale a 1,3 volte la media, ma la IA per tonnellata di carne è cinque volte la media complessiva. Per il Niger, il consumo di cereali pro capite è 1,4 volte la media complessiva, ma la IA dei cereali per tonnellata è sei volte la media mondiale. Se guardiamo alla IA blu pro capite, i paesi del Sudest Asiatico e del Nord Africa sono al vertice.
 
I consumatori del Tukmenistan hanno la più grande IA blu di tutti i paesi, nominalmente 740 m3/anno pro capite in media. Altri paesi con una grande IA blu sono (in ordine decerescente): Iran (589), Emirati Arabi Uniti (571), Egitto (527), Libia (511), Tajikistan (474), Arabia Saudita (447) e Pakistan (422 m3/anno pro capite). La IA complessiva media di consumo è di 153 m3/anno pro capite, che è l'11% della IA totale. La variazione della IA blu fra i diversi paesi è enorme (Figura S5), molto più ampia della variazione nella IA totale pro capite (Figura 3). 

Mentre la IA totale pro capite più grande (Mongolia) è circa sette volte la più piccola IA totale pro capite (RD del Congo), la differenza nel caso della IA blu è maggiore di un fattore cento. 

La dipendenza dall'acqua estera dei Paesi

Tutte le IA estere di tutti i paesi costituiscono il 22% della IA totale complessiva. La quota della IA estera, tuttavia, varia da paese a paese. 

Alcuni paesi europei, come l'Italia, la Germania, il Regno Unito e l'Olanda hanno una
IA estera che contribuisce per il 60-95% alla IA totale. Dall'altra parte, alcuni paesi come il Chad, l'etiopia, l'India, il Niger, la DR del Congo, il Mali, l'Argentina ed il Sudan hanno delle IA estere davvero piccole, più piccole del 4% dell'impronta totale. 

Paesi con una grande IA estera dipendono apparentemente da risorse di acqua potabile di altri paesi. I paesi con grande scarsità di acqua che hanno una grande dipendenza dall'acqua estera sono per esempio: Malta (dipendenza del 92%), Kuwait (90%), Giordania (86%), Israele (82%), Emirati Arabi Uniti (76%), Yemen (76%), Mauritius (74%), Libano
(73%) e Cipro (71%).




 Figura 2. Bilancio dell'acqua virtuale per paese e direzione dei flussi lordi di acqua virtuale collegati al commercio di prodotti industriali e agricoli durante il periodo 1996–2005. Sono mostrati solo i più grandi flussi lordi (>15 Gm3∕anno).

Non tutti i paesi che hanno una IA estera grande, tuttavia, hanno scarsità di acqua. In questa categoria ci sono molti paesi nord europei come Olanda e Regno Unito. Essi dipendono dalle risorse di acqua potabile che si trovano altrove, ma l'alta dipendenza non è dettata da necessità, perché questi paesi hanno un ampio spazio per espandere la produzione agricola e così ridurre la propria dipendenza dall'acqua estera. Per gli Stati Uniti, la dipendenza dall'acqua estera è del 20% (Figure S6–S8).

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