lunedì, marzo 19, 2012

Parco Arpad Weisz: il destino dell’Occidente?


 Di Armando Boccone



Foto 1 - L’ingresso di Parco Arpad Weisz

Qualche mese fa, nel fare una passeggiata nella zona in cui vivo a Bologna, mi sono imbattuto nel Parco Arpad Weisz. Ricordavo vagamente di avere sentito parlare della sua costruzione alcuni anni  prima. Il ricordo forse derivava dalla persona a cui il parco sarebbe stato intitolato (Arpad Weisz, ungherese, allenatore delle squadre di calcio dell’Inter e poi del Bologna negli anni precedenti la seconda guerra mondiale e poi, per via delle sue origini ebraiche, costretto ad andare  via dall’Italia e infine deportato a Auschwitz dove morì nel 1944).
Sono rimasto scandalizzato dalla visione delle condizioni in cui il parco versa: erbacce e rifiuti dappertutto,  alberi nati spontaneamente, un ricovero per persone emarginate, ecc. Ciò che mi ha colpito soprattutto sono state le panchine e i giochi per bambini: si vede chiaramente che dopo la loro messa in opera non sono mai stati usati.


Foto 2 - L’evidente stato di degrado in cui versa il parco

Mi sono chiesto come mai si fosse creata questa situazione. Da una ricerca fatta ho scoperto che la costruzione faceva parte delle opere di urbanizzazione primaria a cui era tenuto il vicino centro commerciale (che, in quanto proprietario, si sarebbe occupato poi anche della sua manutenzione). 
I lavori di costruzione terminano nel giugno 2009.  Appena dopo ci sarebbe dovuto essere il collaudo ma ciò non è potuto avvenire  per gravi vizi nella realizzazione delle opere e per lo stato di abbandono in cui il parco versa per la mancata manutenzione da parte della proprietà. Il parco quindi non si sarebbe mai dovuto aprire ma nonostante questo la proprietà ha tolto le recinzioni del cantiere rendendo così praticamente possibile l’entrata da parte del pubblico.


Foto 3 Un ricovero per persone emarginate

Il Comune di Bologna ha emanato varie diffide nei confronti del centro commerciale affinché sanasse la situazione ma senza nessun esito. Per questo motivo il Comune stesso sta valutando la possibilità di acquisizione del parco e di fare le necessarie opere per renderlo fruibile da parte della popolazione.

Come mai le cose sono andate nel modo visto?

La storia del Parco Arpad Weisz è strettamente collegata alla storia del Centro Commerciale Dima Shopping Emilia Levante.
Questo centro commerciale è sorto sull’area in precedenza occupata dalla concessionaria FIAT ed è stato inaugurato nel dicembre 2007.
Le cose per questo centro commerciale sono andate male già dagli inizi perché non tutti gli spazi disponibili sono occupati dai negozi (questo risulta sia dalle ricerche che ho fatto sul web sia per averlo visto di persona). Le cause sono dovute sia alla crisi che allora (siamo alla fine del 2007) comincia già a intravedersi sia perché il centro commerciale non è riuscito a "collegarsi" al grosso supermarket adiacente, con cui avrebbe ottenuto delle ovvie sinergie. I due esercizi sono stati sempre separati per cui una volta fatta la spesa in un esercizio si sarebbe dovuti andare a depositare la spesa in macchina, poi spostarsi nel parcheggio dell’altro esercizio ed infine entrarci per fare ulteriori acquisti.
E’ da pensare che appena il Centro commerciale ha visto che le cose si sono messe  male ha tirato i remi in barca e ha cercato di eliminare tutte le spese possibili: fra le spese c’é il completamento e la successiva gestione del Parco Arpad Weisz.
Dovrebbe toccare al Comune di Bologna sanare la situazione sopportando le necessarie spese sia per la sua acquisizione che per il completamento dei lavori e infine per la sua gestione.
Ma ai Comuni in questi ultimi anni sono state tagliate diverse entrate per cui si sono visti costretti ad aumentare il costo per i cittadini dei servizi gestiti dai comuni stessi: ho l’impressione che il comune di Bologna non si accollerà quelle spese, che le cose potranno solamente peggiorare e che il Parco Arpad Weisz andrà incontro a un maggiore degrado.

Una piccola ricerca sul campo

Qualche giorno fa sono andato al parco e al centro commerciale. Sono andato per fare alcune fotografie sia del parco che del centro commerciale, per fare delle interviste e per vedere come si comporta quella “natura artificiale” costituita dal parco dopo alcuni anni di abbandono.
Ho visto dei giovani alberi nati spontaneamente, i prati pieni di erbacce e le siepi e gli alberi cresciuti liberamente senza subire potature. Pensavo che la mancanza di cure, di uso di insetticidi e di medicinali vari per la cura delle piante avesse portate queste stesse piante a subire gli attacchi di insetti e di malattie varie. Salvo un tipo di pianta (di cui alla foto 4) che mostra alcune foglie deformate (forse mangiate da insetti) e alcune macchioline rosse sempre sulle foglie (non so se derivanti da malattie o naturali) tutta la vegetazione non reca segni particolari.


Foto 4 - Particolare di una pianta 

Ma il danno più evidente al parco è quello apportato dall’uomo. Ci sono rifiuti di ogni genere: dalle bottiglie di birra usate da giovani che si appartano nel parco ai classici sacchetti di plastica pieni di rifiuti, da una bicicletta senza ruote  all’immancabile materasso.  Il vialetto che taglia in due il parco è cosparso di vetri in frantumi mentre, diversamente da quanto letto su materiale disponibile sul web, non vedo nessuna siringa.
Mi sono poi recato al centro commerciale.
L’ultima volta ci sono stato l’estate scorsa. Avevo notato che avevano chiuso i due più grossi negozi del centro. In uno di questi tempo prima avevo comprato il televisore. Mi hanno detto che ha chiuso non solamente questo punto vendita ma tutta la catena di cui faceva parte.


Foto 5 - Particolare del centro commerciale con i negozi chiusi

Al parcheggio chiedo a una coppia che è uscita proprio in quel momento e che si appresta a entrare nel proprio SUV se il centro sia ancora aperto oppure già chiuso (avevo sentito sia voci che fosse stato chiuso il 29 febbraio sia che fosse ancora aperto).
Il signore della coppia mi dice che chiuderà fra qualche giorno per essere ristrutturato e che poi fra circa un anno aprirà un nuovo centro commerciale.
Entro nel centro. Esistono 4-5 esercizi commerciali ancora aperti. Mi rivolgo alla signora che gestisce un negozio di abbigliamento. Dice che quella sarà l’ultima settimana di apertura ma può darsi che le diano ancora un’altra settimana. Dopo il suo esercizio si trasferirà in un altro posto non molto distante. Dice che il  centro commerciale “non ha funzionato dagli inizi”, che adesso ristruttureranno tutto e che non sa né quando riaprirà né con quali attività.
Entro poi in un negozio di articoli e giochi  per bambini. La giovane commessa mi dice che il negozio chiuderà fra qualche giorno ma lei e l’altro personale saranno traferiti in altri negozi che la catena di cui fa parte possiede nella città di Bologna. Dice che ogni negozio paga l’affitto e le utenze dirette. Tutto il resto è a carico del centro commerciale. I negozi che in passato hanno chiuso è perché le cose andavano male e lo stesso centro commerciale chiude perché le cose vanno male.
Ho notato che anche i bagni sono chiusi però in questo caso sono solamente fuori uso  per problemi tecnici!!  (vedere la foto 6). Funzionano invece le scale mobili che collegano il centro commerciale al parcheggio interrato, anche se nessuno le usa.

Foto 6 - Bagni fuori uso per problemi tecnici

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