venerdì, gennaio 22, 2010

Fuori Orario

Questa è la recensione del libro “Fuori Orario, sottotitolo: da testimonianze e documenti riservati, le prove del disastro FS” della Casa Editrice “chiarelettere”, scritto dal giornalista del Sole 24 Ore, Claudio Gatti. E’ un’inchiesta, impietosa e documentata, dei mali endemici delle ferrovie italiane, scritta nello stile dei giornalisti anglosassoni, cioè con indipendenza e a prescindere dagli interessi coinvolti nella denuncia. Ne consiglio vivamente la lettura, perché getta uno squarcio di luce su decenni di sprechi, corruzione, inefficienze, incapacità gestionali, perpetrati in un regime di connivenza e di spartizione, da parte di tutti i soggetti politici e istituzionali coinvolti, a danno del contribuente e degli utenti del servizio. Giustamente l’autore inizia il libro con queste parole “Niente è profondamente più italiano delle FS. E niente rispecchia i limiti e i difetti del nostro popolo più delle Ferrovie dello Stato.” Ne emerge il quadro sconsolante di un’azienda strutturalmente inadeguata a fornire un servizio efficace e qualitativamente di tipo europeo, tenuta artificiosamente in vita solo con generose elargizioni pubbliche (il prelievo per famiglia è di 273 €/anno), inadatta sul piano tecnologico e gestionale ad affrontare efficacemente la competizione internazionale conseguente al processo di liberalizzazione in atto.
Numerose sono le nefandezze amministrative analizzate, di cui il giornalista individua in maniera circostanziata le cause profonde, dal livello scadente del servizio di pulizia dei vagoni, alla carenza e insufficiente manutenzione del materiale rotabile, dalla gestione approssimativa, dispendiosa e priva di visione strategica dell’alta velocità ferroviaria, all’ingresso nell’azienda di spregiudicati soci privati e alle procedure quantomeno discutibili di assegnazione degli appalti.
Ma il capitolo che a mio parere merita più attenzione, giustamente Galli l’ha inserito all’inizio della narrazione, è quello intitolato “La grande truffa della puntualità”. Quello della puntualità taroccata è una questione cruciale perchè non solo incide sulla qualità del servizio, ma perchè su di essa si calcolano i bonus per i dirigenti delle Ferrovie e le penali da pagare alle Regioni. Ed è anche di grande attualità, perché in questi giorni di continui e reiterati ritardi dell’Alta velocità, Trenitalia ha continuato ad affermare che “i ritardi dei treni sotto 15 minuti non sono considerati tali per consuetudine europea”. L’autore dell’inchiesta, smaschera infatti il bluff dell’ad di Trenitalia Moretti che attribuisce agli Eurostar italiani la stessa puntualità dei treni francesi e tedeschi, senza precisare che il calcolo viene fatto prendendo a riferimento standard diversi: “in Francia e in Germania, …i treni sono ritenuti puntuali se il loro arrivo avviene entro i cinque minuti dall’orario previsto. In Italia, ciò vale soltanto per i treni regionali, cioè quelli che percorrono le distanze più brevi. Per gli Eurostar, gli Intercity e gli altri treni di lunga percorrenza si applica quello che si potrebbe definire “il quarto d’ora accademico”, che concede alle FS un margine … tre volte superiore…”
Così, si scopre che mentre in Francia l’82,8% dei treni ad alta velocità sta nei cinque minuti di ritardo, in Germania ciò avviene nel 90% dei casi e nella impareggiabile Svizzera addirittura nel 95,8% (l’89,7% sta nei tre minuti), nella povera Italia, i dati nascosti scoperti dal Galli, rivelano nel 2008 una misera percentuale del 64%, in una rete quasi nuova e quasi completamente dedicata.

L’autore approfondisce successivamente le possibili cause di questa vera e propria assurdità e svela altri trucchi per far tornare i conti della puntualità, ma non voglio farvi perdere il gusto di scoprirle leggendo questo libro davvero interessante che si conclude con un auspicio che condivido pienamente:
“…per l’Alitalia non si è fatto in tempo ad intervenire. A pagarne le conseguenze sono stati i contribuenti. Ma le FS sono cinque volte più grandi di Alitalia. Così come i loro sprechi e la loro grandeur. E credo si sia ancora in tempo per intervenire. Spero che questa mia inchiesta contribuisca a fare in modo che ciò avvenga. Perché oggi si sta correndo il rischio di un “progressivo declino dell’impresa ex monopolista nazionale, relegata nella gestione di servizi assistiti di bassa qualità”. Non lo dico io. Lo afferma lo stesso Mauro Moretti nel suo Piano industriale”.

5 commenti:

mmarchitti ha detto...

Il disastro delle FS a mio avviso è stato aggravato molto dalla costruzione delle linee ad alta velocità, che hanno sottratto ingenti risorse alla gestione e alla manutenzione della rete esistente. Tra l'altro, l'alta velocità in Italia, a differenza che nelle altre nazioni europee, trova un territorio particolare, caratterizzato da un'orografia accidentata, e da elevata densità abitativa su tutto il territorio non montagnoso. Forse l'alta velocità in Italia è stata la follia più folle, e adesso ne paghiamo le conseguenze.

Anonimo ha detto...

Ma no, non esiste limite al peggio.
Forse la follia maggiore sarebbe il Ponte sullo Stretto o la costruzione di sei centrali nucleari.
Avremo da divertirci nei prossimi anni.

Stefano Marocco ha detto...

Siamo arrivati al punto di essere soddisfatti per l'arrivo del treno, non per la puntualità. Il sistema, non solo le ferrovie, è marcio, va avanti solo grazie alla buona volontà del singolo e di chi in un modo o nell'altro riesce ad arrangiarsi. Proporrei di dare il paese in amministrazione controllata ai tedeschi o altro popolo europeo. Tentiamo, almeno.

Axel C.Bianco ha detto...

Le EffeEsse son allo sbando, basta prendere qualche treno sulle principali direttrici di traffico per rendersene condo -es, MI-TO.

I conti son spesso "legalmente manipolati" -es: scorporo x legge delle passivita' x la TAV, per alleggerirli.

Non cambiera' nulla se la gente continua ad ascoltare i proclami antisonanti di tanti politicanti sui benefici dei treni ultra veloci e silentemente subisce i disagi da pendolari

Che fare? Provate a capire le ragioni liberali x esser a favore di una rete di trasporti pubblici efficiente, e quindi di conseguenza contro gli sprechi delle nostre Tasse a favore della TAV

http://brunoleonimedia.servingfreedom.net/BP/IBL_BP_41_TAV.pdf

Aldo Piombino ha detto...

Ho letto il libro. Da appassionato del settore posso confermare molte diqueste cose. L'AV era necessaria però costruzione ed esercizio sono da dilettanti. Adesso il gruppo pensa solo a quotare in borsa i frecciarossa strabattendosi di tutti gli altri tipi di treni.
Ma come sono ridotte le FS vi faccio un esempio "pratico": la Cargo prima ha accantonate e cannibalizzate selvaggiamente le E.655/6 (senza tener conto delle serie) a prescindere dalle scadenze di riparazione generale cedendone qualche unità alle varie DTR come macchine di supporto e poi addirittura chiedendole in service (pagando!).

Poi si sono accorti che il parco macchine era insufficiente (troppe soppressioni e clienti inc... neri), allora hanno disaccantonato e rimandato in officina le macchine con ancora km disponibili dalla scadenza della riparazione spendendo una barcata di soldi (e vorrei vedere l'affidabilità globale dopo certi rattoppamenti) e in questo modo proseguono tutt'oggi.

per non parlare dei dispetti alle altre imprese ferroviarie e che RFI il gestore della rete non è imparziale