martedì, dicembre 23, 2008

La vita dopo il petrolio



E' uscito di recente il libro "La vita dopo il petrolio", curato da Gianluca Ruggieri e Pietro Raitano per l'editore "Altreconomia"

Il libro si presenta come una vera e propria "vetrina di ASPO", per la presenza di un bel gruppetto di autori che sono membri di ASPO-Italia. Fra questi Ugo Bardi, Toufic el Asmar, Marco Pagani, Luca Pardi e Luca Mercalli. Ma anche altri autori sono in qualche modo correlati all'attività di ASPO-Italia, come Sherif El Sebaje, uno dei protagonisti di ASPOItalia-2 a Torino e come Michael Dittmar, che è apparso a ASPO-6 a Cork nel 2007. I curatori sono riusciti anche a inserire un bel numero di personalità internazionali di alto livello come Wolfgang Sachs, James Kunstler, Herman Scheer e altri.

Un libro con così tanti autori può avere un filo conduttore ma, necessariamente, non può essere perfetto in termini di omogeneità e di struttura. Qui, il livello è sempre piuttosto buono, ma qualche occasionale caduta si nota e, per esempio, ho letto con un certo stupore Wolfgang Sachs parlare bene dei biocombustibili, sia pure con cautela. Ma, nel complesso, il messaggio che arriva è forte, chiaro e originale. Per la prima volta, per esempio, si trovano su carta stampata in Italia messaggi come quello dell'esaurimento dei minerali di Marco Pagani e la critica durissima che un esperto nucleare come Michael Dittmar fa all'energia nucleare.

Il messaggio di ASPO (e di ASPO-Italia) a proposito della crisi di disponibilità delle risorse è piuttosto radicale ed emerge molto chiaramente da questo libro. Il primo passo per trovare delle soluzioni è rendersi conto del problema.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie ad Ugo per la segnalazione. Grazie anche ad Altreconomia, che fra l'altro pubblica una rivista mensile prettamente dedicata al commercio equo e solidale molto godibile e bella da leggere.

Questo libro può essere un buon modo per veicolare i concetti del Picco al di fuori del "ristretto" (almeno in Italia) cerchio di internet. Fra l'altro andando a puntare un target che dovrebbe avere una predisposizione naturale ad accogliere certe tematiche.

Speriamo bene...


David Conti.

Anonimo ha detto...

Egregio Dott. Bardi leggo io con un certo stupore:

"ho letto con un certo stupore Wolfgang Sachs parlare bene dei biocombustibili, sia pure con cautela. "

Perchè mai dice questo? Nei suoi interventi che seguo con interesse da tempo, Lei non mi sembra affatto un ecoestremista. Per esempio se si svilupperanno i biocombustibili derivati dalle alghe oppure se già ora si usano gli scarti, qual'è la sua opposizione? Sarebbero rinnovabili, non in competizione con il cibo...
Se l'umanità non avrà combustibili perirà o i pochi sopravvissuti regrediranno alla condizione animale. Non è d'accordo?

Ing. Mario Tortorici

Ugo Bardi ha detto...

Gentile ing. Tortorici, lei è libero di definire come "ecoestremista" chi non la pensa come lei. Cio' non toglie che sia soltanto una questione di buonsenso il fatto che non è decisamente il caso, al momento, impegnare risorse sui biocombustibili.

Le tecnologie disponibili attualmente (bioetanolo o biodiesel) trasformano risorse alimentari in combustibili, fra le altre cose con una bassissima resa. Espandere la produzione di biodiesel con queste tecnologie vuol dire affamare milioni - e forse miliardi - di persone. Ed è a queste tecnologie che ci si rifersce, per esempio, nel piano 20-20-20 dell'Unione Europea.

Certo, se qualcuno viene fuori con una tecnologia efficiente per tirar fuori combustibili dalle alghe o dalla cellulosa, allora le cose cambierebbero, ma per ora non esiste nessuna tecnologia del genere disponibile.

Quello di "regredire alla condizione animale" non è un rischio che corriamo a breve scadenza - ci potremmo anche arrivare, tuttavia, se sprechiamo le risorse rimaste in tecnologie inefficienti come quella dei biocombustibili.

Anonimo ha detto...

Egregio Dott. Bardi,

capisco che sono incorso in un equivoco, non avendo letto (ancora) il libro in questione ma anche perchè forse si usa il termine biocombustibili in modo improprio. Se siamo contro i biocombustibili a bassa EROEI io sono in prima fila. Già con quelli di derivazione canna da zucchero e sopratutto da scarti credo che le obiezioni comincino a diradarsi. Essere contro a priori, e quindi contrastare gli sforzi dei ricercatori in tutto il mondo per trovare biocarburanti ad alto EROEI e basso impatto sarebbe, a mio personale giudizio, imperdonabile. I principali costruttori aeronautici sembrano condividere questo mio approccio. E grandi speranze sembrano venire dai biocarburanti derivati dalle alghe,e non parlo di fantascienza.
Se mi consente essere contro i "biocarburanti" mi sembra sia come essere contro l'"energia solare" o contro le auto a "propulsione elettrica" (come quella del mitico 500 blu). Certo se poi per fare le centrali fotovoltaiche si creano scempi ambientali oppure l'energia per la propulsione elettrica si produce con centrali a carbone di vecchia generazione diventa tutta un'altra cosa.
Spero che su questo siamo d'accordo.
Scusi il tempo e lo spazio che le sto prendendo. Ma consideri il mio intervento come un segno della stima che ho in lei e nella importanza del suo lavoro.
MT