lunedì, novembre 24, 2008

Riso, mais e soia conditi con petrolio



Di solito si dice che un'immagine vale più di mille parole; bene, l'immagine qui sopra dovrebbe farci riflettere. Ci mostra ancora una volta quanto tutta la nostra agricoltura industriale sia dipendente dal petrolio.
Credo che abbiamo seguito tutti con una certa apprensione l'impennata dei prezzi dei prodotti agricoli nei primi mesi del 2008, dando probabilmente la colpa ai biofuels e all'allevamento intensivo.
Guardando il grafico qui sopra, viene da ripetere: è per il petrolio, stupidi! L'indice dei prezzi agricoli di alcuni tra i principali prodotti agricoli ha seguito con una sincronizzazione impressionante il prezzo del greggio al NYMEX. In termini quantitativi, la correlazione vale 0,89 per il riso, 0,92 per il mais, 0,83 per la palma da olio, e ben 0,95 per la soia. Anche il grano (non mostrato in figura) ha avuto un picco di prezzo, ma anticipato dic irca 4 mesi prispetto al petrolio.
La domanda di biofuels e mangimi per animali fa naturalmente la sua parte, ma è innegabile che il legame principale sia proprio con il petrolio, vera droga energetica del mondo.
Riso, mais, grano, palma da olio e soia rappresentano oltre il 50% della produzione agricola mondiale (dati FAOSTAT 2007) ed hanno registrato aumenti compresi tra il 50% e il 200% in soli dodici mesi. Il riso, l'alimento maggiormente destinato al consumo umano, ha subito i maggiori aumenti, superando all'inizio dell'estate il triplo del prezzo del 2007.
Si tratta di un sistema estremamente fragile, troppo dipendente dall'unica variabile petrolio. Forse dovremmo dedicarci ancora più attenzione e capire che tra le nuove tecnologie energetiche dovremmo arruolare in prima fila l'agricoltura biologica, che è quasi fossil-free (come sostiene Toufic el Asmar in questo post).
Se le cose dovessero davvero mettersi male, potremmo anche andare in giro in bicicletta, lavorare solo con la luce del sole e metterci qualche maglione in più, ma non possiamo smettere di mangiare...

12 commenti:

Anonimo ha detto...

"Non possiamo smettere di mangiare"???

Non è vero, possiamo, eccome!
E' una pratica antica come il mondo.
In gergo tecnico si chiama: "morire di fame".
In Africa e nei paesi poveri in generale si sta già cominciando...
:-(

Unknown ha detto...

In molte zone dell'Africa si muore di fame per vari motivi diversi dalla tecnica agricola. L'Africa è un continente enorme caratterizzato da una variabilità immensa di suoli, climi, popolazioni e risorse.
In Africa non si muore di fame perché c'è o non c'è il Petrolio; eppure è un continente immensamente ricco.
In corno d'Africa (Somalia, Etiopia, Eritrea, ecc...) si muore di fame da anni ormai perché è un continuo ammazzarsi, perché l'area intera è soggetta a periodi siccitosi lunghissimi, ad attacchi di locuste. Il Sahel (detto anche l'Africa dell'Ovest) si muore di tanto in tanto di fame perché quell'area che decine di secoli fa era verde lussureggiante, all'improvviso subi un drastico cambiamento climatico che postò il deserto, ma anche perche la popolazione tagliava (e continua a tagliare il legno a ritmi assurdi), perche la gente si riproduce a più non posso, perché dopo ogni carestie c'è sempre qualcuno Africano e/o Europeo che specula sugli aiuti umanitari .... Le pratiche agricole del Sahel sono per il 90% dei casi di forma biologica o integrata ... mi ci vorra un nuovo post per parlare dell'insicurezza alimentare in Africa...
Toufic

Anonimo ha detto...

Vorrei integrare quest'analisi con una valutazione basata su una diversa ottica. Se ci fosse la relazione diretta causa-effetto tra prezzo del petrolio e prodotti agricoli,le curve dei grafici avrebbero sì un andamento omogeneo ma ci dovrebbe essere uno sfasamento temporale,non una sovrapposizione.Dopo la crisi finanziaria dei subprime i capitali speculativi si sono riversati dalla finanza sulle materie prime.Mi sembra quindi ovvio che i grafici dei prezzi abbiano un andamento molto simile tra loro e contestualmente. Se aggiungiamo la comparazione dei prezzi dei minerali come il rame etc osserveremo lo stesso andamento. I prezzi dei prodotti agricoli sono ovviamente influenzati dall'andamento dei fattori di costo, quindi anche dal petrolio e derivati; ma sopratutto da domanda-offerta,e condizioni climatiche, ecco perché il grano ha "anticipato" . D'altra parte in un ciclo di produzione agricolo , aumentando o diminuendo gli ettari da coltivare questi effetti si compensano quasi automaticamente nell'arco di un anno.

Unknown ha detto...

C'è una affermazione che mi lascia molto perplesso: che l'agricoltura biologica sia fossil-free. Oggi come oggi, comunque, non lo è per nulla nella nostre nazioni.

Questo per due ragioni. La prima è che comunque i protocolli biologici ammettono sostanze chimiche fossili, a partire dall'onnipresente solfato di rame, in cui abbiamo:
- il rame, risorsa fossile semper più preziosa
- lo zolfo, ad oggi quasi integralmente derivato dal petrolio.

La seconda è che l'agricoltura moderna è anzitutto agricoltura meccanizzata. Una mietitrebbia di oggi fa in poche ore ciò che in altri tempi richiedeva centinaia di giornate uomo... ma ciò costa energia, parecchia energia, e sono ben lontane ad oggi macchine agricole con quella potenza ed autonomia che non sfruttino combustibili tradizionali. E sono sempre macchine energivore a lavorare, conservare e trasportare i prodotti.

Il punto è dunque: l'agricoltura *moderna*, quella che ha consentito la scomparsa dei servi della gleba (nelle sue varie accezioni storico), è intrinsecamente dipendente dal petrolio e non sarà facile la riconversione.

Una nota a margine: contando che il consumo energetico del settore agricolo è comunque parte limitata del totale (per la regione Emilia-Romagna, peraltro molto agricola, si parla del 7% del totale), ne deriva che potrebbe essere prioritaria la questione della densità di energia piuttosto che la quantità totale; a tal scopo, i bioconbustibili potrebbero essere utili, specie nel transitorio: l'EROEI sarà anche inferiore a uno, ma le varie sofisticate e costosissime macchine semoventi potrebbero restare le stesse.

Anonimo ha detto...

le mietitrebbia e i trattori a biodiesel sono gia' in commercio .. e secondo me sono piu' efficenti degli animali (notare che gli animali non li poi "spegnere" qundo vuoi , devi nutrirli tutto l'anno)

Anonimo ha detto...

masanabu fukuoka scienziato,ricercatore di pimordine giapponese ha dimostrato:
1 che la agricoltura tradizionale,con uso di animali,praticata per secoli in giappone ha rendimento energetico 10 volte superiore alla agricoltura meccanica moderna
2 la agricoltura naturale praticata dall uomo senza concimi ne aratura
ha rendimento energetico 10 volte la agricoltura tradizionale,quindi 100 volte la agricoltura moderna meccanizzata

Anonimo ha detto...

Non sono un agronomo ma riporto dati sentiti in giro :

Da un video di Discovery si parlava di medioevo ... La resa agricola era un chicco (di grano) si produceva 4 chicchi, un rendimento da fame. Eppure avevo letto che in epoca Romana/Egizia si produceva da un chicco ben 10 chicchi, ma l'invasione barbarica distrusse molta della cultura contadina, infatti dopo il medioevo ebbero delle reinvenzioni che portarono in alto il rendimento. Oggi abbiamo da un chicco ben 40/50 chicchi (90% di rendimento) ma questo lo dobbiamo solo al Petrolio, infatti anche se si riesce ad avere un rendimento più alto con la cultura agricola odierna biologica i costi sono molto più alti di quella praticata con l'uso dei derivati del petrolio, da qui il concetto "Vale la candela ?".

Ciao

Anonimo ha detto...

i prezzidelle materie prime in america sono epresse in dollari .
le variazioni piu importanti di esse dipendono dai movimenti del dollaro.
il dollaro si e ridotto a 1/3 dal 2000
grazie allo stapaggio enorme fatto dalla fed,in combutta col governo americano. tranne i 6 mesi dell anno
scorso i prezzi dei principali prodotti agricoli e del petrolio son qusi costanti in termini reali dal 2000. l oro e costante nel tempo e nei secoli si vedano i prezzi delle materie prime e dei prodotti agricoli in un grafico rispetto all oro ,si avranno molte sorprese ,il petrolio quota in termini reali (rispetto aall oro)quanto faceva 20 anni fa.non e il petrolio che e salito e il denaro che e sceso grazie alle banche centrali che ne stampano a iosa.chi ci rimette?....
il popolo.

Anonimo ha detto...

masanabu fukuoka ricava da un ettaro da 60 a80 quintali di grano+da 60 a 80 quintali di riso tutti gli anni da 30 anni,senza arare ,senza sfresare ,senza concimi ,senza gasolio ,senza diserbare ,senza mietitrebbia,ma solo con l aiuto della paglia.
il rendimento energetico e 100 volte la agricoltura industriale,il terreno e stato dimostrato diviene ogni anno chr oassa seore oiu fertile i prodotti sono sani buoni ecceleenti,
l ambiente naturale ,vivo,sano,pieno di vita.
solo alcune aziendi giapponesi le piu avanzate con l uso delle tecniche piu moderne riescino a raggiungere la sua resa .
ovviamente dissipando energia IN QUANTITA STELLARI , ALVVELENANDO
L AMBIENTE E I PRODOTTI ALIMENTARI
E DISTRUGGENDO OGNI FORMA DI VITA.

Unknown ha detto...

Certo che le macchine a biodiesel sono già in commercio: sono le stesse che vanno nafta! :)

Il punto è però, come più volte sottolineato in questo blog, che il biodiesel non è una fonte rinnovabile ma semmai un modo complicato - e in conflitto con le necessità alimentari - per accumulare energia, visto che ha EROEI pressochè unitario.

In ogni caso il mio intento era segnalare la forte dipendenza dal fossile dell'agricoltura biologica attuale, talmente forte che in certi casi supera quella dell'agricoltura "tradizionale". Pensiamo ad esempio al riso, cereale chiave per l'alimentazione umana: la chiave per la coltivazione biologica è la falsa semina, reiterata anche più volte. Ma tale pratica, sebbene faccia risparmiere l'uso di diserbanti, prevede un dispendio maggiore di energia per la lavorazione: il bilancio finale è tutto da verificarsi.

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